Marco Grappeggia Presidente Università Popolare degli Studi di Milano

Presentazione a cura di

Marco Grappeggia

Presidente Direttivo

Università Popolare degli Studi di Milano

Università Popolare di Milano

Milano non è soltanto la mia città natale, un luogo nel quale ho vissuto e vivo tuttora, Milano è una città speciale, una città di carattere, medaglia d’oro alla resistenza, Milano che non tradisce come canta Roberto Vecchioni, cantautore, paroliere, scrittore, poeta e professore, anche di rango universitario ben noto a quelli della mia generazione; Milano non è solo la “Milano da bere” anni ‘80, del benessere diffuso, del rampantismo arrivista ed opulento dei ceti sociali emergenti e dall’immagine “alla moda”, sede delle Agenzie delle Top Model e del Business Internazionale,

Milano è una città che ha dell’allusivo non nel senso esoterico o addirittura satanico come Torino, ma magico poiché è una città che da sempre è legata alla creazione, emblema di lavoro laborioso, di fatica premiata, abitata da gente solida, sia da nativi del Nord che da immigrati dal Sud, milanesizzati.

 Milano capitale dell’Impero Romano d’Occidente, pensiamo al famoso Editto di Milano1, che concesse a tutti i cittadini, cioè anche ai primi Cristiani, la libertà di onorare le proprie divinità. Milano fieramente in prima linea contro il Sacro Romano Impero in età comunale, che divenne dapprima Signoria per poi essere innalzata a Ducato alla fine del XIV secolo, restando al centro della vita politica e culturale dell’Italia del Rinascimento. Infine, Milano quale uno dei principali centri dell’Illuminismo2, italiano. Milano capitale del Regno d’Italia napoleonico,

Milano non è solo un luogo di lavoro di business internazionale ma culla della cultura (pensiamo al castello sforzesco e al Duomo) come “L’ultima cena” di Leonardo da Vinci, attrazione storica internazionale nonché essenza esoterica e dinamica che ci accompagna quotidianamente. Questo dipinto celeberrimo si trova infatti nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, Basilica e Santuario, classificato dall’UNESCO (acronimo di United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, cioè Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) Patrimonio dell’Umanità.

Poche sette, molte logge, meno arte di Roma, più affluenza di turisti rispetto altre città italiane, Milano una rapsodia in blu viaggiante piena di cultura e bellezza.

Noi della Università Popolare degli studi di Milano respiriamo e viviamo questo invisibile ed ideale mandato che Milano ci ha proclamato.

Una proclamazione un po’ meno istituzionale ma per Noi di maggior valore, spessore e valenza e conferitaci dal Popolo, da quel mondo popolare che Ci rispetta, Ci apprezza, Ci stima e Ci ama.

Ma cosa fa muovere il tutto? Che cosa è che ci dà la motivazione per essere così dinamici e costruttori di cultura, educatori, che ci dona la forza di cambiare Noi stessi, gli altri e rendere tanto questa città quanto questo mondo migliori? Cosa ci spinge a voler essere utili nella vita?

Le ideologie! Il Nostro credo!

Le ideologie sono più forti di qualsiasi altra cosa, le motivazioni ideologiche hanno cambiato il mondo, il credo ha storicamente dimostrato che può portarci a raggiungere vette insuperabili ed impensabili, fino al punto di pagare l’altissimo prezzo della propria vita per onorare e portare avanti a tutto e tutti la propria ideologia.

Noi del movimento e del pensiero Universitario Popolare, siamo sempre stati, sin dalle Nostre origini, dal 1901 ad oggi, spinti e legati da una fede e per una fede dell’ideologia culturale nella quale. Noi crediamo fermamente, cioè che tanto il Sapere quanto la Scienza non possano né debbano avere confini, che non possano e debbano avere dei dazi da pagare né tantomeno dei censori e non possa né debba nemmeno essere tradotta in risultati diversi.

Il Nostro solido credo era presentato sin dei tempi del Nostro marchio, del nostro inno, la bandiera che da oltre un secolo ci guida nella ideologia del Pedagogo, nel voler conoscere, scoprire e sapere senza confini.

Questa opera del Prof. Luca Scotto di Tella de’ Douglas di Castel di Ripa, il quale, fra le varie, oltre ad essere Storiografo Esperto in studi interdisciplinari e multidisciplinari è Nostro Storico delle Religioni, Antropologo Culturale e Sociologo, ci guida mano nella mano, protettivo e con sicurezza in un viaggio interpretativo intrinseco di lettura oltre le righe della razionalità: ad esempio la esplorazione della simbologia trasudante dal simbolo e logo della Nostra Università anche secondo una interpretazione propria dell’Arte Reale, cioè della Massoneria della quale da tempo immemore Milano è centro nevralgico da anni, simbologia esoterica che spazia dai colori usati agli Angeli, alle Amazzoni, alle foglie di quercia e di palma, al biscione, ai draghi, ai serpenti che studio ed ho, quale appassionato cultore di Erpetologia da 30 anni come il Nostro Rettore Magnifico, il Ch.mo Prof. Avv. Giovanni Neri ed i Nostri predecessori.

Un brand, un marchio, una simbologia che è solo la punta di un iceberg in termini rappresentativi di ideologie giammai lasciate orfane ma sempre cresciute con cura, passione e amore.

Amore di chi crede, come noi crediamo, che il sapere, il ricercare, il conoscere sia qualcosa di più che un buon modello di vita dell’essere umano ma bensì un elemento fisiologico proprio del bisogno di tutti noi, uomini e donne, di comprendere capire.

Questa opera, ricchissima di iconografia, rara, antica ed artistica, di note a piè pagina, di un Glossario certamente utile ai non addetti alla materia, è composta di gran parte degli elementi interpretativi e significativi di un marchio e di una ideologia popolare che ha accompagnato la possente voglia ed il romantico desiderio di una Milano migliore e grazie a tale marchio ha portato tale bandiera del lavoro alacre dalla Lombardia, al Nord Italia fino a tutta l’Italia, isole comprese.

Oggi, internazionalmente Noi della Università Popolare degli Studi di Milano combattiamo con veritiera passione la pochezza, la mediocrità, l’invidia di chi dice, ben sapendo di mentire, che non possiamo sapere, che non possiamo conoscere, perché Noi, invece, siamo la forza del lavoro operoso, della cultura, della educazione che rappresentiamo attraverso il nostro marchio.

 

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