La storia del Medioevo è nota per la persecuzione e l’esecuzione di persone accusate di stregoneria ed eresia. Un Papa in particolare, Giovanni XXII, creò un precedente per questo tipo di violenza che si sarebbe fatta sentire per i secoli a venire.
Giovanni XXII fu papa dal 1314 al 1334. Durante il suo regno, mise a morte ben 114 francescani perché avevano affermato – unica colpa – che Gesù e i suoi discepoli avevano vissuto in estrema povertà. Iniziò anche la persecuzione di streghe ed eretici in tutta la Germania e la Francia, durante quella che sarebbe diventata nota come “la più sanguinosa campagna di morte del Medioevo”.
L’odio per i catari e altre etnie
I catari erano un gruppo che Papa Giovanni XXII voleva eliminare perché li riteneva eretici. Questa setta religiosa ebbe origine nel XII secolo in Francia e praticava un rigido stile di vita ascetico incentrato su credenze dualistiche sulle forze buone e cattive dell’universo. Per combattere questa minaccia alla cristianità, Papa Giovanni XXII dichiarò una crociata contro di loro nel 1320, che portò alla loro estinzione nel 1329 dopo una serie di sanguinose battaglie tra cattolici e catari in tutta Europa.
Papa Giovanni XXII prese di mira anche altri gruppi come gli ebrei o coloro che erano accusati di praticare la magia o la stregoneria. Gli accusati dovevano affrontare pene severe come il carcere o addirittura la morte se riconosciuti colpevoli. In alcuni casi, i condannati venivano bruciati sul rogo. Queste esecuzioni pubbliche servivano non solo come monito per gli altri, ma anche per screditare coloro che praticavano credenze non cristiane, viste come una minaccia al dominio del cristianesimo su gran parte dell’Europa dell’epoca.
La storia si ripete
Perseguitando le streghe e gli eretici, Papa Giovanni XXII creò un pericoloso precedente che avrebbe perseguitato l’Europa per i secoli successivi, con innumerevoli vittime innocenti che caddero vittime di punizioni crudeli semplicemente per avere credenze diverse da quelle sostenute dalla Chiesa dell’epoca. Se da un lato è importante ricordare la nostra storia per imparare da essa, dall’altro è altrettanto importante fare tesoro dei suoi insegnamenti affinché atrocità simili non si ripetano mai più, a prescindere dalla religione praticata o dalle proprie convinzioni. Dobbiamo sempre sforzarci di proteggere la libertà di pensiero e di espressione, rispettando al tempo stesso il diritto degli altri di farlo senza paura o giudizio, indipendentemente dal percorso di vita che abbiamo scelto.