Due simboli forti: la quercia e la palma

Nei testi sacri e nel simbolismo le piante assumono un connotato particolare, la loro natura le vede radicate nella terra ma il loro corpo si eleva verso l’alto, qui vi si ritrova la dualità di terra e cielo, come è possibile vedere anche nello stemma dell’Università Popolare di Milano.

Il simbolismo della quercia

La possente quercia è un simbolo di forza e resistenza, venerata da molte culture nel corso della storia. Nell’antichità era vista come il guardiano tra il cielo e la terra, dove grazie alle sue foglie raccoglieva i messaggi dagli Spiriti Superiori. I Celti vedevano le querce come alberi sacri, i Druidi vi svolgevano i loro rituali. I greci e i romani avevano dedicato un albero di quercia a Giove. Persino la Sibilla scelse una quercia per proclamare le sue profezie, a dimostrazione del fatto che già migliaia di anni fa questa pianta rappresentava un forte collegamento duale e simbolico.

Nella mitologia, il dio del tuono soleva colpire spesso la quercia proprio in ragione del suo simbolismo. Per la forte risonanza simbolica le sue foglie sono utilizzate in vari stemmi militari o relativi alla conoscenza, com’è possibile vedere anche in quello dell’Università Popolare di Milano, dove sono presenti le foglie di questo albero.

Il simbolismo della Palma

La palma è uno dei simboli più antichi della storia, viene celebrata durante la Settimana Santa e non solo. Ritenuta fin dall’antichità una fonte di misteri della vita, il suo scopritore Carl Nilsson Linnaeus la definì come il “Principe delle piante”, un titolo appropriato per la sua profonda e costante importanza in molte culture del mondo, dove il suo simbolismo è ricco di significati giunti fino a noi oggi.

La palma è stata venerata in tutte le epoche, dalla mitologia greca alla fondazione di Roma. In particolare, nei racconti greci è associata ad Apollo e a Latona: si dice che quando quest’ultima arrivò a Delo, due palme le fornirono un riparo per le doglie del parto mentre dava alla luce il figlio di Apollo. Era presente anche in forma di sogno dove Rea Silva vide due palme che si elevavano verso il cielo, un chiaro presagio che avrebbe avuto due figli: Romolo e Remo.

La palma era per i sacerdoti di un tempo un mezzo per l’adorazione del divino, la dea Iside era circondata da palme bianche, infatti, nella cultura egizia sono numerosi i bassorilievi dove si vedono delle palme.

La palma simboleggia anche l’unione tra l’elemento maschile e femminile, il suo tronco ricorda il fallo, mentre le foglie e i frutti l’elemento femminile. Nella religione diviene il simbolo di Cristo che riesce a sconfiggere la morte, oggi i suoi rami vengono donati in segno di pace, pur essendo stati sostituiti in molte zone da quelli di ulivo.

 

Il divino si sposa e si unisce con gli elementi naturali, dove ritroviamo un forte potere simbolico. Il simbolo nel corso della storia è stato per varie ragioni impiegato come un rafforzativo della parola, a questo servono gli stemmi, il loro fine è quello di portare un messaggio insieme a un significato profondo che affonda le sue radici ai margini del tempo fino ad arrivare ai giorni nostri.

 

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